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L’Icona multiforme Maria

Vi annunciamo ciò che abbiamo sentito, ciò che abbiamo visto con i nostri occhi, ciò che abbiamo toccato con le nostre mani: la Parola della Vita. (1 Giovanni: v.l)

Siamo abituati a pregare davanti all’immagine di Maria; ora possiamo pregare “con” l’immagine di Maria che le mani toccano e contengono. In altre parole, l’immagine non è esclusa dal gesto della preghiera, ma “è” il gesto stesso della preghiera. L’immagine diventa così testimone e contenuto della devozione di chi sta pregando. Oggetto e soggetto della preghiera sono uniti. Non è questa l’aspirazione più alta di ogni persona che cerca l’unione mistica?

Maria è sempre stata vista in intima relazione con il mistero di suo Figlio, Gesù. Per questo il suo titolo per eccellenza è di Madre di Dio. Fino al XIII secolo era sempre rappresentata con il Bambino in braccio o sulle ginocchia. La Vergine col Bambino è quella che più si accorda con il Nuovo Testamento e la tradizione cristiana, sia in Oriente sia in Occidente.

Non c’è il Bambino in questa scultura, ma se saprai come guardarla, lo scoprirai, salvando così il principio teologico della maternità divina senza dimenticare la verginità.

Dopo il Concilio di Trento, i cattolici venerano sempre più l’immagine della Vergine senza il Bambino, dipinta o scolpita come una giovane donna con la luna ai suoi piedi e coronata di stelle.

Nel capitolo XII dell’Apocalisse leggiamo: Un segno prodigioso apparve in cielo: una donna vestita di sole, con la luna ai suoi piedi che portava una corona di dodici stelle (v. 1). Sia i Santi Padri sia la liturgia, hanno ritenuto che la donna della Rivelazione fosse la figura di Maria, Madre del Signore. Questa statuetta allude alla luna crescente, e con questo elemento tradizionale si completa l’iconografia mariana.

E perché questa statua non ha un volto?

In questo sta la sua originalità e il suo valore. Solitamente i volti che compaiono nelle immagini di Maria provengono dai modelli che l’artista ha guardato, stilizzandone e idealizzandone al massimo le linee o l’espressione, ma la modella è pur sempre una persona umana. Maria, invece, appartiene al mondo trascendente, come afferma il dogma cattolico dell’Assunzione. Pertanto, conferire sembianze umane, anche se di grande bellezza, a ciò che è trascendente, non è forse andare oltre i limiti che l’espressione artistica può intuire?

Ecco perché questa statua non ha volto. Questo deve essere immaginato e visto da chi prega tenendola in mano. Allora sarà più reale e meno profano del viso più bello che la fantasia del miglior artista possa immaginare.

Miquel Ambròs i Albertí
Teologo ed esperto in scienze orientali
Palma di Maiorca 1995